Marche: l’export dell’Agroalimentare a picco -1,5 milioni di euro


Secondo le stime della Coldiretti, l’export del comparto agroalimentare marchigiano fa registrare una perdita di un milione e mezzo di euro nel secondo trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nonostante i dati positivi di inizio anno, l’emergenza causata dal Coronavirus ed in particolare i pesanti mesi del lockdown, hanno vanificando quanto di buono fatto nel primo bimestre del 2020 mettendo in ginocchio l’intero comparto.

Sul fronte del Maceratese, al termine del primo semestre, si registra un crollo generale con l’ortofrutta e la pesca che riportano le flessioni maggiori, rispettivamente meno 14% ed 46% di export.

Non va meglio nel sud delle Marche, dove nelle province di Fermo e Ascoli i settori dell’agricoltura, della pesca e il manifatturiero agroalimentare hanno perso rispettivamente il 25% e il 20% del valore”.

Secondo Coldiretti l’olio extravergine di oliva, segna tra gennaio e giugno un calo del 25% rispetto allo stesso periodo del 2019. Segno negativo anche per il vino, settore trainante del nostro export, che perde il 2,2% nel semestre e l’ortofrutta lavorato e conservato (- 13%).

L’unica nota positiva in tema di import-export arriva dalla caduta del “segreto di Stato” sui cibi stranieri che arrivano in Italia.

Un risultato storico, ottenuto nel decreto Semplificazioni convertito in legge dopo l’approvazione di Camera e Senato, che prevede che il Ministero della Salute renda disponibili, ogni sei mesi, attraverso la pubblicazione sul sito internet nella sezione Amministrazione trasparente tutti i dati relativi ad alimenti, mangimi e animali destinati al consumo in arrivo dalla Unione e dai Paesi extracomunitari.

Ciò consentirà di aver accesso ai dati identificativi degli operatori che abbiano effettuato le operazioni di entrata, uscita e deposito dei suddetti prodotti.
Conoscere il nome delle aziende che importano gli alimenti dall’estero (dai quali è dipeso ben l’84% degli allarmi sanitari scattati in Italia nel 2019)  assicurerà finalmente la massima trasparenza sui flussi agroalimentari.

 

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