Terminata l’onda lunga dei Voucher per l’Internazionalizzazione, le aziende beneficiarie delle agevolazioni hanno scelto tra le società di TEM accreditate quella con cui fare affari e “rendicon-sviluppare” i progetti.
A questo punto l’hashtag #TEM esce dai Trend Topics di Twitter, i riflettori si spengono ed il sipario cala sulla figura lungamente discussa del TEM.
Per citare il grande Franco Califano, la musica finisce, gli amici se ne vanno, che inutile serata!
Però si sa, la mungitura (delle mucche ma anche dello Stato) è un’arte sopraffina e lo è anche l’improvvisazione teatrale/lavorativa, per cui non c’era da sorprendersi nel vedere eserciti di nuovi Robert De Niro o Marlon Brando indossare i costumi di scena da TEM e marciare alla volta dei finanziamenti pubblici.
Ed ora che tutto è silenzio, alcune domande sorgono spontanee.
Ma alla fine tutti sti TEM chi sono? Che lavoro fanno? Fanno tutti questo lavoro di mestiere? Anche nei giorni non di festa? E che succede quando si chiudono i rubinetti dei finanziamenti pubblici?
Proviamo a dare la nostra risposta, lasciando ai posteri l’ardua sentenza.
Dicesi TEM, figura mitologica dai tratti professionali non ben definiti apparsa dal nulla una manciata di anni fa, generata e non creata dalla “crisi” per far fronte alle crescenti richieste delle aziende di aver a disposizione figure professionali sottopagate di cui potersi facilmente liberare, in grado di sviluppare progetti di internazionalizzazione complessi e raggiungere risultati concreti in un lasso di tempo limitato.
I Temporary Export Manager, detti TEM per gli amici, sono dunque figure professionali talmente ambigue da non comparire neanche nelle pagine di disambiguazione di Wikipedia, tra la moneta greca parallela all’Euro e la Tangenziale Est di Milano.
Attenzione a non confonderli con i TES (evoluzione innaturale dei TEM per auto-proclamazione), tutti gli studiosi concordano che il TEM debba essere una figura altamente specializzata.
Bene, ma in che cosa esattamente?
Miei cari la risposta è semplice. Il TEM deve essere specializzato in tutto!
Egli infatti è un fine stratega giovane ma di grande esperienza, un commerciale dinamico ed un esperto consulente di finanza, logistica, dogane, diritto internazionale, marketing, comunicazione, politica estera, cucina, arte e letteratura, filologia romanza e chi più ne ha più ne metta.
Più che un manager tuttologo, tutti i manager in uno.
Come dire, un ibrido tra una spremitrice diesel ed una calcolatrice elettronica per fare il lavoro di 6 uomini, di cui 3 ragionieri, in metà tempo (cit. Il bisbetico domato).
Efficaci, qualificati, efficienti e soprattutto economici, in grado di trasformarsi in un raggio missile e fare il caffè!